School writing prof.ssa Preta: “Metti un giorno a Firenze…”

Scuola di scrittura creativa della prof.ssa T.Preta – cattedra di Italianistica Proseguono gli scritti creativi dei miei maturandi. Oggi è la volta di Alessia Impellizzeri, per la serie: “Gli incontri impossibili”

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Personaggi: Saffo (in veste di Sacerdotessa), Giacomo Leopardi, Pier Paolo Pasolini, Oriana Fallaci.

Firenze, 2018. Un caldissimo pomeriggio di luglio. Quattro personaggi in incognito cercavano disperatamente un posto dove riposarsi, prendere un po’ di ombra, magari sorseggiando un thé fresco e rinfrescante.

Ci troviamo nei pressi del Ponte Vecchio, ed ecco proprio di fronte alla comitiva un piccolo bar: La Caffetteria delle Oblate.

I quattro decisero così di proseguire in quella direzione, una volta entrati vennero accolti dal suono di un campanello, seguito dall’arrivo di una giovane donna, con un largo e caloroso sorriso.

 I quattro decisero di accomodarsi fuori, sotto la tettoia con vista sul Ponte Vecchio e, dopo aver ordinato, iniziarono ad immergersi in una conversazione spiritosa e amichevole, che

presto avrebbe preso una piega più profonda e intensa.

Saffo:”L’amore per me è quando senti il tuo cuore battere così forte da farti male il petto, è come giocare e diventare di nuovo bambini, è sognare, riconciliarsi, ridere.”

G. Leopardi:” Io non voglio sentir parlare di queste sciocchezze, per me l’amore non esiste, siamo tutti

destinati ad essere soli e morire come tali.” 

O. Fallaci :” Giacomo, sempre il solito depresso! Parli così perché l’amore non l’hai mai vissuto e non sai nemmeno cosa sia. Per me l’amore è sentirsi vivi, gioire, vedere la vita in maniera diversa, con occhi diversi. Amore é rivoluzione!” 

Pasolini:” Ma quale rivoluzione? Non diciamo sciocchezze. Per me amore è essere complici in tutto con il proprio partner. Ma tra tutte le sciocchezze che ho sentito dire fino ad ora, mi sento di appoggiare ciò che ha detto Giacomo: l’amore non esiste, è solo una bugia. L’ho vissuto sulla mia pelle!  Preferisco di gran lunga passare un pomeriggio con i miei tre vecchi amici piuttosto che gettare via il mio tempo con donne nuove!”

G. Leopardi:” Ben detto, gli amici per me sono la cosa più importante: puoi essere te stesso a pieno, invece con un partner non del tutto: ci sarà sempre un certo imbarazzo.” 

O. Fallaci:” Questi sono dei pensieri partoriti da una mentalità chiusa, dovresti uscire un po’ di più Giacomo, invece di startene sempre rinchiuso lì al Recanati con mamma e papà!” 

G. Leopardi:” Vedi? È proprio qui che sbagli. Io l’amore non l’ho mai avuto neppure dei miei genitori, sono cresciuto senza, e ti posso assicurare che sono sopravvissuto!”

Saffo:” Non sono convinto di ciò che dici: l’amore è follia: guardate me! Io stavo per buttarmi da una rupe per non essere stata ricambiata dall’uomo che amavo! E ora invece? Eccoci sposati da 5 anni.”

G. Leopardi:” Come sei sciocca, sprecare la tua vita così a caso per un estraneo, oserei dire.”

Saffo:” Magari per te può sembrare così, ma questo  “estraneo” mi ha salvata. Ha migliorato la mia vita e lo continua a fare ogni giorno, auguro a tutti un amore così!”

Pasolini:” Ragazzi suvvia, non c’è bisogno di litigare. Diverse opinioni possono comunque vivere pacificamente.” 

O. Fallaci:” Questo senza ombra di dubbio è vero, ma non riesco ad accettare che nel 2018 ci siano ancora opinioni così scadenti sull’elemento dell’amore, forse uno dei pochi che popola il mondo e ci tiene uniti gli uni con gli altri. L’amore non è soltanto rivolto nei confronti di una persona, sia che si tratti di un aspetto fisico sia di un aspetto caratteriale: si può provare amore verso qualunque cosa: un animale, una pianta, un fiore, un paesaggio. Per cui non riesco a credere a ciò che dice Giacomo riguardo all’inesistenza dell’amore.”

Saffo:” Sono completamente d’accordo con ciò che dice Oriana. Amare è un verbo che mira al benessere dell’uomo. Quando ami qualcosa non ti interessa più del mondo che ti circonda, hai occhi solo per quell’oggetto, per quella persona, per quell’animale, per qualunque cosa esso sia. Anche gli antichi Greci temevano l’amore, poiché lo reputavano un sentimento capace di annebbiare la mente dell’uomo e capace

di fargli compiere azioni che non avrebbe mai compiuto in uno stato di sobrietà. Maledicevano l’amore alcuni!”

Pasolini:” Ciò che dicono queste donne è vero! Neanche io riesco a credere che non ci sia qualcuno al mondo che tu ami, o verso la quale provi un sentimento di bene e di unione. Non riesco a credere che non ci sia qualcuno che ti renda debole, o che proteggeresti a qualunque costo o alla quale non  permetteresti mai che accada nulla di male. Suvvia Giacomo, sforzati di pensare e di trovare quel qualcuno!”

G. Leopardi:” Beh allora se la mettiamo così: una donna effettivamente è esistita nella mia vita. Chiariamo bene il concetto. Come è già stato detto io non intendo l’amore come un sentimento che si prova esclusivamente verso una persona del sesso opposto, correlato al matrimonio e al fine di procreare. Se per amore devo intendere il sentimento che porta al provare benessere, debolezza, senso di protezione, senso di unione con una persona, allora io devo dire che in tutta la mia vita sono sempre stato fortemente unito e legato a lei: forse l’unica donna che si sia mai preso cura di me e mi abbia aiutato a diventare ciò che sono: mia nonna.

Pasolini:” Vedi che alla fine l’amore è entrato anche nella tua vita?”

Saffo:” Raccontaci di lei, Giacomo!”

G. Leopardi:” In verità ci sarebbero troppe cose da dire, non finirei più di raccontare le sue splendide qualità, avrei paura di annoiarvi. Posso solo dirvi che il suo nome era Virginia Mosca, era una donna bellissima, la più bella che io avessi mai visto. Aveva occhi di zaffiro, splendenti e intelligenti, lineamenti delicati e ben definiti nonostante l’età avanzata. Si manteneva bene, non era una di quelle anziane accasciate tutto il giorno sul divano a non far nulla: lei era piena di energia, e la diffondeva anche a me. Quando c’era lei in quella casa tutto funzionava a meraviglia, non avvertivo la solitudine e il senso di oppressione che i miei genitori mi trasmettevano. Ma come dico sempre, tutte le cose belle sono destinate ad avere una fine. Morì quando avevo 19 anni. Ma tranquilli, non voglio sentire i vostri “Mi dispiace”, piuttosto chiediamo il conto, ormai si sta facendo sera e non fa più molto caldo. Andiamo a passeggiare un po’!” 

E fu così che i 4 amici si strinsero tutti intorno a Giacomo, come se volessero consolarlo per la perdita di sua nonna, nonostante ormai fosse avvenuta tanti e tanti anni fa.

Sul far della sera, si diressero verso le stradine intorno al Ponte Vecchio, a gustarsi i colori del tramonto e la pace che si provava in quei momenti di requie, circondati da divina bellezza. 

Alessia Impellizzeri , VC Liceo Classico Morelli – Vibo V. – cattedra di Italianistica