Summer school writing della prof.ssa T.Preta con gli allievi del Liceo Classico Morelli: Vibo agli occhi di un ragazzo

Benvenuti nel mio blog,

oggi è la volta di un capace allievo della classe seconda B, Gianluca Porcelli, che ha svolto un testo descrittivo molto attuale, considerando che la nostra città, Vibo Valentia, è risultata ultima nella classifica per quanto attiene la qualità della vita. Eppure Vibo avrebbe molto per recuperare il terreno perso: clima, territorio, prodotti alimentari, bellezze paesaggistiche, archeologiche, naturali.  E soprattutto tanta storia!

Senza dietrologie e sterili passatismi, bisogna inculcare nel giovani il senso della memoria, senza la quale nulla siamo.

Buona lettura, non vi stancherete: il testo è agile e contenuto nel suo svolgersi. E, soprattutto, fotografa senza giri di parole la nostra realtà.

prof.ssa Maria Concetta Titti Preta

Descrivi la tua città, che un tempo fu “Il giardino sul mare”: Vibo Valentia.

La mia città si chiama Vibo Valentia, si trova al centro della Calabria ed è poco distante dal mare, è situata su una verde collina, che si innalza verso sud ovest nel vasto e fertile altopiano del Poro, degradando a sud nella piena di Gioia Tauro e a est nella vallata del Mesima, un piccolo fiume che la unisce alle montagne delle Serre.

Questa posizione ha reso la città un centro importante, sotto tutti gli aspetti fin dai tempi più remoti. Nel corso della sua millenaria storia, Vibo Valentia ha avuto differenti nomi. E’ stata città greca sotto il nome di Hipponion, durante l’invasione dei Romani, venne chiamata Valentia, ha avuto il nome Monteleone, dal periodo svevo all’Unità d’Italia, poi gli fu dato il nome Monteleone di Calabria che conservò fino al 1928, per riprendere poi definitivamente il nome datole dai romani “Vibo Valentia”.

  Il territorio di Vibo ha una superficie di km² 46.3, conta come popolazione 33,635 abitanti e confina con il comune di Sant’Onofrio, comune di Pizzo, comune di Jonadi, comune di San Gregorio d’Ippona, comune di Francica e comune di Stefanaconi.

  Il vecchio centro urbano presenta edifici unifamiliari a due piani con

botteghe, piccoli negozi e palazzi monumentali in tufo giallo e lastricati con grossi blocchi di pietra; mentre il centro urbano, di nuova formazione, presenta edifici a tre o quattro piani, con grandi magazzini al piano terra adibiti al deposito di merci o ad attività commerciali. Anche se non costituisce più l’epicentro del paese, punto di maggiore aggregazione cittadina è piazza Municipio, con il corso vicino “Vittorio

Emanuele III”, pavimentato di lastroni granitici. Vibo Valentia, appartenente alla Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, ha delle bellissime chiese da vedere e visitare come: la chiesa di San Michele, edificata nel 1519,con il suo campanile rinascimentale, la chiesa di San Giuseppe, dove sono conservate tele del 1600. La chiesa del Carmine risalente al ‘600, la chiesa di Sant’Antonio di Padova, del XVII secolo annessa al convento dei frati minori cappuccini. Spostandosi ancora verso il centro, possiamo visitale la chiesa di Santa Maria la Nova con portale

cinquecentesco e notevoli tele al suo interno. Il duomo dedicato al santo patrono, San Leoluca, che sorge su resti di due precedenti chiese, nella sua facciata si intravedono due bellissimi campanili, le porte di bronzo che raccontano la storia della città e tante altre. Vicino al duomo si trova il Valentianum che ospita un museo di arte sacra.

Di grande pregio sono alcuni monumenti, come il castello normanno, che domina con la sua mole l’intera zona. Nelle sale del castello è ospitato il museo archeologico statale “Vito Capialbi”. Il museo ospita gran parte dei reperti rinvenuti nelle aree di scavo.

Nella piazza dedicata a Edmondo Buccarelli, vicino al corso Vittorio

Emanuele, si trova il monumento di Michele Morelli, patriota e militare italiano nell’esercito del regno delle Due Sicilie. Mentre nello spazio antistante al duomo, sorge il monumento di Luigi Razza, ministro dei lavori pubblici durante il governo Mussolini. E proprio sotto il fascismo, per opera di Razza, giornalista, politico, deputato e parlamentare, si avviò a Vibo un grande rilancio nel campo dei lavori pubblici, in cui inizia la costruzione del palazzo del Municipio, finito nel 1935 che, secondo il progetto iniziale, avrebbe dovuto accogliere la prefettura. Per l’assistenza sanitaria ai cittadini del luogo e dell’intero  comprensorio, Vibo dispone di un ospedale civile; dispone anche di aree naturali, come villa Gagliardi con strutture architettoniche e artistiche; il parco delle Rimembranze con una stele dedicata all’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi; e il parco urbano di Moderata Durant che sono anche punto di ritrovo, sia per i giovani che per gli anziani. Vibo Valentia ha iniziato ad ingrandirsi sempre di più quando nel

1992 è stata proclamata provincia, mentre prima era compresa nella provincia di Catanzaro. Per questo hanno sede numerosi uffici importanti, come la questura, l’agenzia dell’entrate, il tribunale, molte banche, uffici postali e molte scuole di cui fruiscono molti giovani dai paesi limitrofi. La città vanta di una bellissima biblioteca.

Ma Vibo non è solo questo: per dare un’idea di ciò che è oggi Vibo dal mio punto di vista, la definirei una città tranquilla, accogliente, evoluta, operosa, dotata di spirito pratico e di uno spiccato senso dell’ospitalità. Peccato, però, che dal sondaggio nazionale effettuato sulle città in cui si vive meglio, Vibo Valentia è risultata la provincia d’Italia dove si vive peggio.

Provincia ricca di bellezze naturali ma che non riesce a fare un salto di qualità. Questo dovrebbe aiutarci ad aprire gli occhi e affrontare questa amara realtà, quindi dobbiamo cercare di migliorare la disastrosa condizione della nostra città, attraverso un impegno concreto e partecipativo. Sia gli abitanti che le istituzioni, sono chiamati a migliorare lo sviluppo sociale, culturale ed economico di questa città. Ogni cittadino deve dare il meglio di sé, perché credere in Vibo Valentia e nelle sue possibilità, significa progettare un futuro migliore per tutti.

Gianluca Porcelli, classe 2 B del Liceo Classico M.Morelli di Vibo Valentia