Oggi mi va di pubblicare un testo argomentativo libero (ossia privo di inutili schemi fissi, cosa che da prof non gradisco) della mia allieva quindicenne Ludovica Crispino, stuzzicata a dovere dalla citazione di Umberto Eco:
«Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’ indietro.»
Mi sono innamorata di Eco nel ginnasio, folgorata da “Il nome della rosa” che considero il romanzo per antonomasia del ‘900, alla stregua de I Promessi Sposi per il secolo precedente. Entrambi, indiscussi capolavori di una letteratura “universale” in prosa.
Questa frase del mio Maestro, che ha ispirato il mio primo romanzo: “Il segreto della ninfa Scrimbia”, un giallo post-classico in cui ammicco all’irraggiungibile “rompicapo labirintico” del post-moderno, i miei allievi sono riusciti a farla propria, sentendola più volte da me. Repetita iuvant…
Quindi buona lettura della composizione sciolta e scorrevole che ho selezionato per il mio campus letterario estivo.
prof.ssa M.Concetta Titti Preta – Lettere Latino e Greco
Liceo Classico M. Morelli Vibo Valentia
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria”.
La lettura è sempre stata fondamentale per l’uomo. La capacità di leggere e scrivere ha permesso all’uomo di svilupparsi e di evolversi. Grazie ai libri possiamo crescere culturalmente, incuriosirci e volare con la fantasia. Non credo sia vero che la passione per la lettura sia in calo, ma piuttosto, sia “mutata”.
Oggi l’idea di leggere il Decameron non è che sia poi così tanto esaltante…ma come la mettiamo con quelli che a mezzanotte stavano davanti alle librerie ad aspettare che uscisse l’ultimo libro della Saga di Harry Potter? E non erano solo bambini, c’erano anche adulti!
Al giorno d’oggi una persona preferisce leggere un libro poliziesco, un libro comico o una storia d’amore…e chi più ne ha, più ne metta.
C’è un’offerta vastissima di lettura di vario genere e ognuno può scegliere il suo. Le persone che non si appassionano alla lettura devono ancora trovare il genere che più le aggrada.
La passione per la lettura non è facile da insegnare ne’ da inculcare. È una cosa molto personale, perché leggere colpisce molto più di un film o di una lezione.
Perché?
Perchè il libro lascia spazio all’immaginazione. Se guardi un film non puoi immaginare com’è fatto un castello o il tipo di abito indossato da chi ci vive…hai davanti l’immagine! Non puoi pensare come sarà il suono della voce di un eroe o di una dama, il frusciare dei loro passi e gli scricchiolii delle porte e dei mobili.
Se prendi in mano un libro del genere che ti piace, non lo trovi pesante e la lettura sarà uno splendido passatempo. Se invece ti obbligano a leggere un libro, seppure contenuto, ma che tratta di un tema che non t’interessa, sarà una tortura!
Trovo alquanto ingiusto che a scuola un professore dica:” Ho scelto questo libro, dovete leggerlo e farne la recensione”, perché lo studente collega il libro allo studio.
Un giorno, però, capirà di aver sbagliato e che la scuola gli ha offerto opportunità irripetibili di approccio con autori che, altrimenti, non avrebbe mai conosciuto.
La capacità di leggere è una delle qualità più preziose che possediamo, perché permette di arricchire il nostro bagaglio culturale.
Ci sarà sempre qualcuno che coltiverà l’amore per i libri, perché è un sentimento unico, che spesso ci permette di “fuggire”, anche solo per poco, dal mondo che ci circonda e che spesso vorremmo cambiare.
Concluderei con un aforisma ricco di significato, lanciando un nobile messaggio: “Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, ma il congiuntivo esortativo!”
Ludovica Crispino, classe 2 B Liceo Classico Morelli – Vibo Valentia