Summer school writing della prof.ssa T.Preta: la recensione del monologo storico “Angela, la Malandrina”

L’articolo di oggi riguarda uno dei miei libri “al femminile”: Angela, la Malandrina – Storia di brigantaggio e Libertà, YCP, 2015.  Molto si è scritto per recuperare il senso del brigantaggio post-unitario e successivo ed io non posso aggiungere niente di nuovo a quanto risaputo. Come autrice del Sud, ho inteso offrire ai giovani, in  primis i miei allievi, la mia “divagazione storico-letteraria” sul fenomeno, usando toni ora flebili e teneri, ora più sentiti e marcati per un vero e proprio “atto di accusa”. Per farlo, ho scelto la voce di chi sento più vicina a me: quella di una donna, da sempre l’eterna esclusa e incompresa dalla storia.

I ragazzi hanno amato il personaggio, e questa è una delle loro recensioni. Scritta per essere letta e capita, la storia di Angela ha appassionato ancora.

RECENSIONE DEL LIBRO ANGELA “LA MALANDRINA”
Angela “La Malandrina” è un monologo scritto dall’autrice Maria Concetta Preta, che ha come protagonista una giovane donna di nome Angela, fuggita da casa per disperazione,poiché insieme alla madre e alle sorelle era sottomessa a un padre “padrone”. Pertanto decide di consegnarsi a una
banda di briganti che si aggirano nei boschi della Sila, ossia un “Tartaro triste e amaro” che nutre i suoi figli tra boschi fitti e neri. La terra in cui è nata viene definita “Terra selvaggia”.
La protagonista vivrà una serie di avventure, ma a mano a mano che il tempo passa, comincerà a temere la morte.
Ella si farà chiamare la “Malandrina” poiché vuole dimenticarsi della famiglia a cui appartiene.
Una storia fatta da una donna che, esclusa dalla storia, spera in un domani migliore.
Questo monologo, con passione e lucidità, racconta la vera realtà del Sud che ha riscontrato dei problemi dopo l’Unificazione Italiana.
Il brigantaggio politico ambiva a cambiamenti sociali e politici, a causa dell’aumento delle tasse e
all’arrivo dell’esercito sabaudo.
I personaggi storici di tale periodo, come Garibaldi e Vittorio Emanuele II, sono visti come degli “eroi” e ciò non rende giustizia alla vera storia del Sud.
Attraverso la narrazione, nel racconto vengono riportati fatti storici e viene descritto il ruolo della natura, che accompagna gli stati d’animo di Angela, la quale grazie alla sua
determinazione porterà a termine la sua “missione”.
La scena che mi ha colpito di più è quando Angela decide di abbandonare tutto e di proseguire da
sola senza l’aiuto di nessuno. Ha avuto molto coraggio, perché in quei tempi le donne per gli uomini erano un “passatempo” e molto spesso venivano violentate, infatti la madre stessa di Angela ogni sera era sottoposta a violenze da parte del marito. Pertanto la giovane, fuggendo da sola
nei boschi, avrebbe potuto incontrare qualche “bestia”.
  Questo libro ha completamente attirato la mia attenzione, poiché è ricco di personaggi, luoghi
e scene realistiche e, inoltre, vengono descritte le sensazioni e gli stati d’animo di una donna che in quei tempi così difficili e tristi, ha avuto moltissimo coraggio e determinazione.
E’ infine un viaggio in una Calabria sconosciuta, sottomessa ma anche avventurosa e ribelle.
  Si tratta di un cammino verso la libertà, complicato da difficoltà e sconfitte per un personaggio unico che racconta la sua vita in tutti gli aspetti.
Jessica Sicari, classe 4 C Liceo Classico M.Morelli – Vibo Valentia