non si stanca mai di amarci tutti, affidando a lui la nostra cura e la bellezza del creato.
Il carisma sociale di don Mottola è un dono che nasce dalla contemplazione (fu detto “l’uomo della contemplazione”) che si trasumana in mistica presenza di Cristo in tutti gli uomini, in particolare nei sofferenti. Ecco perché egli afferma, con forza e lucidità, senza paura di essere considerato un don Chisciotte, che la questione
sociale è soprattutto una questione mistica.
Quanto è valido il messaggio di Don Mottola oggi? Ci troviamo, purtroppo, in una società in cui conta il benessere materiale, che porta ad allontanarsi spesso da Dio.
L’uomo si sente smarrito davanti al male e alla violenza che lo circonda, così come davanti al dolore. È vero che ci sentiamo scoraggiati, impotenti di fronte al male e al dolore, al punto che ci sembra che il buio non finisca mai. Ma non si deve mai perdere la speranza,
perché Dio cammina con noi e non ci lascia soli, proteso nel suo disegno provvidenziale. Posso affermare, anche sostenuto dalla lettura dei grandi autori cristiani, (come non alludere a “I Promessi Sposi” di Manzoni, il classico per antonomasia?) che l’insegnamento del “servo di Dio” don Mottola deve essere promosso nei nostri tempi, che sono privi, anche nella stessa azione della Chiesa, di valori forti, capaci
di rifondare una nuova evangelizzazione nel difficile campo della questione sociale.
In una delle sue poesie, il cui incipit è: “Io sono una povera lampada ch’arde/soave”, Don Mottola rivive l’esperienza mistica del suo cammino alla ricerca di Dio. Una meravigliosa avventura, in cui l’anima come la lampada sull’altare, consumando a goccia a goccia l’olio, offre le sue faville per illuminare la via all’uomo, alla ricerca di un senso per la sua esistenza. Nella sua opera poetica, in cui tutto viene trasfigurato e sublimato da un cuore che vibra di un tenero e appassionato amore al suo Signore e ai suoi fratelli, il lettore si abbandona nella contemplazione della natura, col suo mare, i suoi animali in particolare gli uccelli, così come accade nella
Laus Creaturarum di San Francesco d’Assisi.
“Nacque al mondo un sole”: così dice Dante nella
Comoedia del “poverello di Assisi” (XI canto del Paradiso).
“Nacque per la Calabria un nuovo Gioacchino ”, potremmo parafrasare, pensando al nostro “certosino della strada”, servo della carità e testimone delle sofferenze di Cristo.
Senza dubbio Don Mottola è stato, è e sarà un modello per il riscatto umano, sociale e spirituale della Calabria, terra di contraddizioni forti, in cui convivono il bene e il male, che lui tanto amò e mai abbandonò.
Gianluca Porcelli – classe 2 B Liceo Classico “M.Morelli” – Vibo Valentia