Scuola di scrittura della prof.T.Preta: Ragazza del Sud (recensione)

 

 

RECENSIONE DEL LIBRO “ RAGAZZA DEL SUD”

Titolo: Ragazza del Sud

Autrice:Maria Concetta Preta

Protagonisti: Loredana (detta Lory) e Pietro Scarfò.

Genere: Romanzo – Narrativa

Data di pubblicazione: Dicembre del 2016 (I ed.)

Trama: La protagonista si chiama Loredana e racconta la sua vita in pima persona. Lory è un’adolescente che fin da bambina si appassiona all’insegnamento, grazie alla maestra Rosa e alla professoressa Caterina.  Quando iniziò a frequentare le scuole superiori, conobbe Pietro Scarfò, un ragazzo che ogni giorno si metteva davanti al bar della sua scuola e guardava tutte le studentesse. Pietro Scarfò aveva ventitré anni ed era iscritto a Giurisprudenza a Messina: alto, capelli di pece e occhi color terra, sembrava un nordafricano. Un giorno del Novembre 1981, Loredana accettò di salire in macchina con lui, il pretesto di accettare fu la pioggia. Da quel giorno Loredana iniziò a frequentarsi con Pietro e inconsapevolmente ebbe a che fare con la mafia. A Natale del 1981 il cuore di suo padre si fermò, ai funerali andò tutto il paese e anche Pietro, le fece le condoglianze senza generare nessuno sospetto del loro legame. Un giorno suo fratello la chiamò in disparte per dirle che aveva parlato con Pietro e lui gli aveva chiesto di sposarla. A lei diede molto fastidio il fatto che Pietro non le avesse chiesto il suo parere, infatti ciò le face capire che era un mafioso. Il giorno successivo lui si presentò da lei con un mazzo di fiori e un anello per rivolgerle la proposta di matrimonio. I due alla fine del mese di gennaio del 1982 si fidanzarono. Dopo che Lory divenne maggiorenne e ottenne il diploma, si sposò con l’uomo che amava nel fulgore di agosto.

Loredana voleva conoscere Don Oreste Nisticò, il boss cui il marito obbediva, e nel giugno del 1985 lo incontrò per la prima volta. Era un anziano lucido di mente, corpo sano nonostante il bastone, e vestiva di nero, come la ‘ndrangheta che rappresentava. Una calda mattina giugno Don Oreste Nisticò si presentò a casa di Mariuccia per nascondersi perché la campagna non era più un posto sicuro. Pinella, la figlia di Mariuccia, aveva gli esami di terza media, ma Don Oreste non la fece andare, mandò la madre a fare la spesa per violentare la bambina. Subito dopo arrivarono i carabinieri e lo arrestarono mentre stava per abusarla. Mariuccia si mise a piangere perché non voleva che capitasse alla figlia la stessa cosa che le era successa in passato. Dopo l’arresto di Don Oreste Nisticò, a prendere il suo posto fu Michele Sisinni dal Canada. Una sera Pietro e Lory andarono al cinema e all’uscita trovarono due uomini mandati dal nuovo boss che dissero a Pietro che la mattina successiva doveva recarsi da Don Michele Sisinni perché doveva parlargli. L’indomani mattina presto Pietro si alzò, si vesti ed andò a parlare con lui. Sisinni per prima cosa voleva mettere pace tra gli Scarfò e i Caruso. Pietro in pochi gironi divenne l’autista personale di Don Michele e il mese successivo divenne il fiduciario. Alla fine del 1987 Pietro si ritrovò ad essere un colonnello di Sisinni e il suo autista era un certo Tommasino. Nell’anno successivo Sisinni decise che un uomo di fiducia come Pietro non poteva stare in Calabria e si doveva trasferire a Milano. Pietro chiese a Loredana di andare con lui a Milano, ma lei non volle seguirlo. Per Loredana ora era il momento di esaudire il suo desiderio più grande: quello di fare la maestra. Nell’ 89 le fu assegnata una cattedra e iniziò a fare supplenza in una scuola a Rossano Calabro. Lei chiamò subito il marito per riferirgli la notizia e lui le disse che se era quello ciò che voleva fare, di farlo pure . Iniziò con un mese di supplenza per poi lavorare un intero anno scolastico. Ma in una settimana si sparse la voce che lei era sposata con un uomo che apparteneva alla mafia. Il giorno di Santa Lucia, mentre stava facendo lezione, nella sua classe, entrò il dirigente scolastico per consegnarle una bambina ricciolina che si chiamava Giada Gattuso. Gaida era la figlia del nuovo procuratore mandato a Rossano: un uomo integerrimo, da cui Lory fu subito attratta.  La bambina si affezionò molto al lei, poiché le mancava la figura materna.

Un giorno a Lory venne la brillante idea di affrontare la mafia. Il 20 Febbraio del 1989 prese la sua auto e andò nel pese dove era vissuta da sposata. Andò all’ufficio del boss e si presentò come la moglie di Pietro Scarfò. Una delle assistenti di Sisinni avvisò chi sapeva e in mezz’ora arrivarono due uomini che la presero per pazza e la mandarono via. Lei tornò a Rossano e il giorno successivo al cancello della sua scuola arrivò il boss con un’auto blindata, in modo tale che tutti lo potessero vedere. Il bidello Nino quando andò da lei per dirglielo rimase a bocca aperta. Uscì fuori e lasciò i bambini con lui. Si avvicinò e ordinò a Sisinni a voce alta di lasciar libero suo marito, lo disse senza problema, ma Sisinni si arrabbiò e le diede uno schiaffo, lei tornò in classe senza nemmeno una lacrima.

C’era stato il rapimento di una bambina circa cinque anni prima, ovvero quello di Graziella Belgioioso, portata in Aspromonte. Molte persone credevano che la bambina fosse morta, invece era viva e sana. Pietro la ebbe in consegna. La portò in un casolare dove c’era Tommasino, diedero da mangiare perché aveva molta fame. Pietro la osservò bene: era uguale alla sua sorellina Anitella morta a soli undici anni! Successivamente Lory parlò con il giudice Gattuso e gli disse din un suo sopralluogo in Aspromonte col marito, ricordando dettagli utilissimi per la liberazione dell’ostaggio. Si recarono subito lì, i poliziotti dovevano fare un blitz e Lory chiese di partecipare perché sperava di rivedere Pietro. Dal casolare lei vide uscire dei pastori e poi Tommasino e collegò che, se c’era lui, doveva esserci anche Pietro. Prima che il sole tramontasse, ci fu un’irruzione che liberò velocemente Graziella Belgioioso, la bambina iniziò a gridare e Lory la consolò. Lei subito capì che Graziella aveva bisogno di braccia femminili e materne.

…il romanzo prosegue.

DOVETE LEGGERLO, E’ BELLISSIMO!

La frase che mi ha colpito di più è:“ Mi sentivo prigioniera di un amore maledetto”

Antonella

SCUOLA DI SCRITTURA DELLA PROF.SSA MARIA CONCETTA PRETA