Presentazione del nuovo romanzo di Titti Preta: Sulle orme di Byron

 

 

PRESENTAZIONE DELL’AUTRICE

Il romanzo nasce dalle grandi passioni dell’Autrice: Roma, la cultura romantica inglese e il Grand Tour, contaminate

attraverso l’originale televisivo “Il segno del comando” (1971), di cui è stata sempre una fan, e di cui riutilizza il

plot narrativo per creare un’opera visionaria e immaginifica, che funge da guida ai luoghi di Roma toccati dal poeta

George Byron e dal suo studioso Edward Forster, invitato a tenere una conferenza a tema. Sin dall’arrivo in città, il professore di Cambridge si ritrova invischiato in un intrigo negromantico, al cui centro vi è un medaglione con una civetta, regalo di una sfuggente modella di via Margutta, Lucia, che fu la compagna del pittore Marco Tagliaferri, di cui Forster è il sosia. E, mentre la vicenda al cardiopalma si anima di colpi di scena, strane coincidenze e morti sospette ripercorrono le orme di Byron e degli scrittori del Romanticismo, vivendo una straordinaria pagina di storia letteraria, tinta di suspense.

CAP 1 ESTRATTO

1

Due inglesi a Roma

Roma, 11 marzo 1971, ore 10,00

Una tersa mattinata di marzo, una di quelle che schiudono i fiori e i cuori e fanno presagire la primavera, diffondendo un brillio nell’aria.

Chissà se Roma era parimenti bella quando vi giunse Byron! Figlio di un padre che non conobbe mai e di una madre che lo asfissiò con le sue ossessioni, George Gordon Noel Byron, il più celebre poeta inglese di quel tempo, a Roma arrivò nell’aprile del 1817, realizzando un sogno. Un medico gli prescrisse di allontanarsi dall’umidità veneziana per guarire da un mal di petto, e lui colse l’occasione, attraversando l’Italia con l’ingombrante corteo: amava dare spettacolo, in qualsiasi circostanza della sua vita.

A Roma si sistemò nei pressi di Piazza di Spagna e subito incominciò ad esplorare la città in sella al cavallo.

Solo ventidue giorni per lasciare il suo inestinguibile segno, è il pensiero di un aitante professore inglese dagli occhi blu, amante dell’Italia quanto George Byron. Guidato emozionalmente dal suo nume, è appena arrivato a Roma. Si chiama Lancelot Edward Forster e di Byron è uno dei massimi studiosi inglesi, in quanto docente di Letteratura a Cambridge. Anche il suo è un Grand Tour fatto a bordo di una fiammante Jaguar bianca.

Forster, luminoso come la città che si dilata al suo sguardo, è carico di belle speranze: non solo ricalcare i passi di Byron, ma anche stringere nuove amicizie in occasione della presentazione alla platea romana del diario del poeta, che lui ha da poco scoperto e pubblicato. In un bar di via del Corso telefona all’Ambasciata Inglese, che lo invitato, per annunciarsi, ma resta deluso nel non trovare l’organizzatore dell’evento. Decide di non perdere tempo: leva dal taschino interno della giacca un foglio ripiegato: una lettera scritta a mano e datata 20 febbraio. Non è quella inviata dall’Ambasciata. La legge per l’ennesima volta.

Preg.mo Professor Forster, chi le scrive è un lettore colpito dalla sua recente pubblicazione su George Byron. Mi chiamo Marco Tagliaferri, vivo a Roma, sono un pittore. Dopo aver letto quanto lei ha scritto sul soggiorno a Roma del poeta nel 1817, tengo a precisarle una grave inesattezza commessa, quando contesta la veridicità di un luogo che Byron cita nel suo diario con le parole: “Sera, ore 11. Piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale, fontana con delfini, messaggero di pietra. Musica celestiale. Tenebrose presenze”. Lei, professore, asserisce che questo è un luogo immaginario o una proiezione fantastica di Byron, ma la fotografia che le accludo testimonia il contrario. La piazza esiste e io so dove si trova! Venga a trovarmi al mio indirizzo al più presto, e porti con sé il diario di Byron: potrà fare, in mia compagnia, una serie di scoperte interessanti, anche relativamente ad altre citazioni, ripercorrendo le orme del poeta! Sarà una suggestiva passeggiata letteraria ove la storia si è fermata a cento anni fa!

Marco Tagliaferri, Via Margutta 33, interno 13 – Roma.

Contemporaneamente, è pervenuta ad Edward una lettera del British Council Institute: un invito a presiedere alla Conferenza “Byron a Roma”, fissata per il 28 marzo. Un’occasione unica, assolutamente imperdibile.

Forster è divenuto celebre grazie alla pubblicazione del reportage romano di Byron sulla Rivista di Storia e Letteratura dell’Università di Cambridge. L’idea di invitarlo a è stato l’addetto culturale del Council, mister George Powell, ovviamente suo connazionale, col quale ha già da tempo preso accordi per telefono ma che, al momento, risulta introvabile.

                                                                                                                                                                                         …aspetto che tu lo legga, non esitare a chiedermi una copia autografata che invierò comodamente al tuo indirizzo!

L’Autrice Prof.ssa Titti Preta