U.S.A…. e getta! – Secondo me

io scrivo

 

                                U.S.A… e getta! Scacco al women’s power 

di Maria Concetta Preta

 

Hillary Clinton non ce l’ha fatta, contro ogni previsione del mondo occidentale.

Hillary non è diventata la prima donna Presidente degli Stati Uniti d’America.

Messa K.O. da uno su cui pochi avrebbero scommesso: un tycoon spregiudicato, xenofobo, conservatore e molestatore di donne: Donald Trump.

Trump è stato un avversario così di basso livello, da indurre a pensare che perfino una donna potesse batterlo. E, invece, Hillary ha perso.

Mi sento di dire che il mondo delle donne ha perso. E quello della civiltà, dell’urbanità, dell’educazione.

Trump ha convinto un elettorato sciatto che si è aggrappato al mito dell’ ”american dream” e ha dato vita a un risultato meno dirompente, passando sopra a tutto, piuttosto che votare per una donna.

 

Eppure pochi osservatori, particolarmente attenti e non tacciabili della temibile accusa di essere femministi, come Michael Moore, ci avevano messo in guardia.

L’orgoglio dell’uomo bianco non avrebbe tollerato, dopo 8 anni di presidenza di un uomo di colore, che il potere finisse nella mani di una donna. Era troppo. Pure per la patria del progresso e della libertà, gli USA.

Si fa un bel discutere se Hillary sia o non sia stata la candidata giusta.

In effetti, è stata molto criticata: perché?

–  Faceva smaccatamente parte dell’élite;

– Era disinteressata alle diseguaglianze;

– Era legata a doppio filo all’alta finanza;

– Era una creatura dei poteri forti.

Vogliamo aggiungere altri “scheletri nell’armadio” ?

Non le è stato scontato nulla. Perché è una donna.

Difficile trovare qualcosa da obiettare: Hillary è quella che è. Ma queste stesse critiche non hanno impedito di darla per vincente.

In molti l’accusano di non essere stata abbastanza femmina e accogliente, di aver scimmiottato troppo gli uomini.

Mi limito qua. Non vado oltre nel registrare la potenza degli stereotipi nell’immaginario collettivo che hanno inficiato la vittoria di Hillary.

Cosa penso io?

–  Forse Hillary ha sbagliato a dire che non preparava il tè e i biscottini.

–  Forse non è stata sufficientemente mansueta, rassicurante.

– Forse non ha incarnato a dovere il suo ruolo di moglie, madre, nonna.

– O, forse, le leonesse spaventano perché mandano in tilt le categorie interpretative del pensiero (maschile) millenario.

E se, invece, la verità fosse che le donne faticano ad affermarsi con autonomia in un mondo brutalmente maschile e maschilista?

La campagna elettorale di Hillary ha avuto il grande merito di farci sognare, di scuotere l’immaginario, di spingerci a fare i conti con l’ipotesi che quel tetto di cristallo potesse essere sfondato, di pregustare lo spettacolo di Bill Clinton, primo first man o gentleman d’America.

Hillary ci ha fatto sognare. Ci ha portati a declinare al femminile il potere da sempre maschio e abbiamo adoperato nuove parole per dare forma a una realtà già pre-gustata.

Ci siamo immaginate un mondo nuovo, dove c’è posto veramente per le donne.

Quelle vere, non finte come Melania Trump.

Quelle che non sanno cucinare o rattoppare i calzini o fare le torte. Ma che si impegnano nelle lotte civili.

Dovrò ripetermi nella mia chiusa ma,  come scrivo in Rosaria detta Priscilla, “Per non dimenticare il cammino verso la libertà di chi ha precedute, per costruire un mondo nuovo fatto dalle donne per le donne.”

Per avermi fatto credere che ciò fosse possibile, oggi dico grazie a Hillary.

MCP